La cosa non è voluta, ma anche questo post parla di una mia grande passione, e in particolare di un 'ponte' tra la mia adolescenza e il presente. Tanto per ricordarsi chi si è e da dove si viene.
Negli anni novanta spendevo un gran parte della paga che i miei mi davano in fumetti.Tra le tonnellate di fumetti Marvel e manga che leggevo all'epoca (e che al momento si stanno lentamente spostando dalla soffitta della casa dei miei a una biblioteca pubblica) ce n'era uno che non aveva nulla a che fare con questi. Poca violenza, nessun superpotere, autore italiano, formato stile Diabolik e una protagonista donna. Sto parlando di Sprayliz di Luca Enoch. La storia di una graffitara e delle sue avventure in una grande città, tra poliziotti violenti, sindaci intolleranti, centri sociali idealizzati e amiche omosessuali. Era una lettura diversa e fresca, che mi ricordava la mia vita, non nel senso letterale, ma che aveva l'atmosfera di un'occupazione scolastica e delle tante idee che giravano. Il tutto raccontato con ritmo, leggerezza e dei disegni straordinari.
Bene, la scorsa Lucca, ho scoperto che non ero l'unico affascinato da questa simpatica e disinibita scavezzacollo, tanto è vero che ho comprato il primo di una serie di tre volumi che ristampano tutte le storie di Sprayliz. In questi giorni sto leggendo il secondo, che raccoglie le storie che già conoscevo, e mi sto di nuovo beando dei dialoghi a volte erbosi e moralisti e dei bellissimi disegni di Enoch.
E mi fa un piacere immenso.
Ultima cosa: a casa ho un blocco che porto con me alle mostre mercato del fumetto e su cui mi faccio fare i disegni. Di Sprayliz ne ho ben due, fatti nel 1996 ( o anche prima). All'ultima Lucca, Enoch mi ha omaggiato con questa splendida Gea (la sua creatura più recente, pubblicata da Bonelli).
Luca Enoch, Sprayliz (3 volumi), 245 pp. Edizioni BD, € 17.50