Archive for aprile 2005

Parole sante

29 aprile 2005

Potere dei feed, puntata n. 10000000000000. Ho trovato su Repubblica.it un interessante articolo in cui Lawrence Lessig, il padre di Creative Commons, e Jeff Tweedy, cantante dei Wilco dicono sul filesharing esattamente quello che penso io. Fa piacere sapere che le tue idee non sono solo tue.
E poi ho una gran voglia di sentire come suonano, questi Wilco.

Riscoprendo Tori

27 aprile 2005

Erano i primi anni Novanta e io ero un assiduo spettatore di quella ottima trasmissione di Videomusic (per i più giovani: prima di MTV in Italia c’era Videomusic, con il logo praticamente uguale a quello della tv americana e con tante belle trasmissioni, di qualcuna varrebbe la pena di rivedere in onda) che si chiamava On the air, condotta da Larry Bolognesi. A pensarci ora, una discreta parte dei miei gusti musicali viene da lì, e Tori Amos rientra in questa categoria. Il disco che girava all’epoca (1991, un grande anno per la musica che piace a me) era il suo primo disco pubblicato con il suo nome, dopo un disco praticamente di pop anni Ottanta intitolato Y Kant Tori Read, Little Earthquakes: bastarono due video, Silent all these Years e Crucify per farmi acquistare il disco e fu una sorta di folgorazione. Voce e pianoforte, sostanzialmente, con pochi strumenti di accompagnamento, canzoni evocative e affascinanti, con testi profondi e struggenti e un paio di momenti da brividi lungo tutta la schiena (Winter su tutti). Un gran disco insomma. Comprai anche il successivo Under the pink, ma poi non so esattamente perché, smisi di seguirla. È vero che quando avevo affittato (ancora per i giovani: sì, c’è stato un periodo in cui i cd si potevano affittare, e in cui costavano decisamente meno di 20 Euro) il successivo Boys for Pele non mi aveva entusiasmato come i due precedenti, ma questo da solo non basta a spiegarmi il motivo. Sta di fatto che per parecchi anni non ho più seguito la carriera della rossa pianista, pur continuando ad ascoltare con regolarità i due dischi che avevo; mi è anche capitato di suonare Cornflake girl con il gruppo in cui militavo (che non è mai uscito dalla sala prove) e di improvvisarci sopra dei (brutti) assoli di chitarra. Ma di dischi nuovi, niente.
Fino a oggi. Mi è capitato di sentire il nuovo lavoro di Tori, The Beekeper, e l’ho trovato splendido, poetico, ben suonato e cantato ancora meglio, al contrario di quanto dice Rolling Stone, che lo liquida in tre righe. Diciannove canzoni notevoli con almeno cinque o sei picchi (e non è poco, visti i tempi), tra cui segnalo Parasol, Jamaica Inn, Cars and guitars e Ireland. Morale della favola, lo sto ascoltando praticamente a ripetizione alternandolo con il nuovo di Springsteen, e sto cercando di rimediare il resto della sua discografia per capire se su Boys for Pele avevo ragione (sospetto di no) e come sono gli altri dischi che mi sono perso in questi anni. E in più non vedo l’ora di vederla dal vivo il 7 luglio a Fiesta.

Brevi impressioni da San Pietro

19 aprile 2005

Lavorare in Prati ha qualche vantaggio, soprattutto se vuoi andare di fretta a San Pietro. La prima cosa che saltava agli occhi camminando per le strade di Borgo erano le tante persone che, come me, si dirigevano di fretta verso la piazza. Correvano, più che altro. Arrivati sotto il colonnato e scavalcate le transenne si iniziavano a vedere le tante persone che avevano riempito Piazza San Pietro in pochissimi minuti (bastava guardare la televisione nei pochi minuti successivi alla fumata bianca per rendersi conto del ritmo a cui le persone giungevano) e che hanno continuato a giungere anche durante e dopo l’uscita del nuovo Papa. Non ho visto scene di delirio, tipo persone che salmodiavano o in crisi mistica, ma ho visto persone di tutti i tipi, di tutte le età e di tutte le nazionalità che erano lì in attesa, come me, di scoprire chi avrebbe preso il posto di Karol Wojtila. L’atmosfera che si respirava era soprattutto di curiosità, non c’era tensione. Quando il protodiacono ha annunciato il nome (studiando con attenzione le pause enfatiche) è scoppiato un lungo applauso che ha anche interrotto più volte il primo discorso di Benedetto XVI, di cui ho sentito poco e niente a causa del rimbombo del colonnato. Poco dopo che il Papa si è ritirato è iniziata la parte faticosa: le persone che stavano abbandonando la piazza si scontravano con quelle che ancora stavano arrivando e, grazie anche al fatto che non tutti i cancelli del colonnato erano aperti si è creato un caos notevole, con la gente che spingeva in ogni direzione schiacciando quelli (come me) che rimanevano presi in mezzo ai vari flussi. Ci sono voluti diversi minuti di spinte e controspinte per allontanarsi.
L’impressione che mi ha fatto Ratzinger è stata piuttosto strana: vederlo dai maxischermi della piazza mi ha fatto pensare che, se Giovanni Paolo II negli ultimi anni assomigliava sempre più a Yoda a causa della malattia, questo nuovo Papa gli assomiglia anche da sano. Me ne sono andato sperando che non faccia troppi danni – e non sono stato l’unico, visto che ho sentito qualche voce di questo tipo mentre me ne andavo. Staremo a vedere.

E io che pensavo…

18 aprile 2005

…di trovare una fila chilometrica senza nessuna sicurezza di riuscire a ottenere quello che volevo. In effetti le premesse non erano state tra le migliori con il sito bloccato senza speranza (ma con vari e fantasiosi messaggi errore tra cui uno che invitava a chiudere tutte le finestre del browser) e con l’operatore telefonico che mi proponeva solo soluzioni decisamente fuori budget (da qualsiasi budget, direi…). Così mi sono armato di santa pazienza e mi sono preparato a fare una fila di almeno due ore. Sono uscito da studio poco prima della pausa pranzo, mi sono rifornito di contanti al bancomat (ché il plastic money non va bene), ho preso un panino adatto all’occasione (molto poco salutare ma comodo da trasportare) e con un’angoscia che piano piano aumentava mi sono diretto al box office. Il mio cervello fantasticava su quanto avrei dovuto aspettare e se alla fina ce l’avrei fatta. Giro l’ultimo angolo e qui avviene l’imponderabile: non c’è nessuno in fila. Mi avvicino e chiedo se avrei comunque dovuto aspettare fino alle tre e mezzo (come stava scritto sul sito) e – altra sorpresa! – mi viene risposto di no. Quindi prendo i contanti di cui mi ero rifornito e porto a termine la transazione, poi mi siedo su una panchina lì di fronte per mangiare il panino. Dopodiché dirigo i miei passi di nuovo verso studio, un po’ più povero in termini monetari, ma soddisfatto e sicuro che sarò partecipe di un evento.
Se ancora non fosse chiaro ho qualcosa da fare anche il 6 giugno.
E no, non vi dirò dove ho comprato i biglietti (è meglio che rimanga un segreto per pochi).

Scene da un bazaar

14 aprile 2005

Beh, da due, per la verità. La prima e la terza foto sono state scattate al bazaar delle spezie, la secode al Capali Çarsi, il Gran Bazaar.

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La colza danneggia gravemente Siniscalco – UPDATE

12 aprile 2005

E sì che l’avevo anche scritto, che sul blog di Beppe Grillo non l’avevo trovato. Ma poi non ho riflettuto e l’ho pubblicato comunque. Faccio ammenda ora e preciso: il pezzo pubblicato qui sotto non è di Beppe Grillo, o almeno non viene dal suo blog, perciò nessuna delle parole scritte qui sotto può essere attribuita a lui, o a lui collegata. La fonte da cui proviene rimane al momento anonima. Se qualcuno è in grado di fornirmi l’origine di questo testo, sarò lieto di dare credito all’autore e di linkarlo.

La colza danneggia gravemente Siniscalco

11 aprile 2005

Questo testo mi era stato spedito da giacomino la scorsa settimana, ma devo aver cancellato per errore l’e-mail. Per fortuna l’ho ritrovato su Macchianera. Viene direttamente da Beppe Grillo (perdonatemi, ma sul suo blog non l’ho trovato). Contiene le istruzioni per perpetrare una truffa, perciò leggete con attenzione, per capire cosa NON dovete fare. Io vi ho avvertito.

Prima di fare questo discorso occorre una piccola premessa. Quanto sto per dire danneggia gravemente il ministero delle finanze, inoltre è considerato “truffa” dallo stato. Se deciderete di mettere in atto quanto NON vi consiglio affatto di fare, quindi, sarete perseguibili e io ovviamente NON vi consiglio di farlo. VI spiego semplicemente e nel dettaglio cosa NON fare.

La premessa criminosa è la seguente: quando i motori diesel vennero ideati, non esisteva ancora il carburante che oggi noi definiamo “diesel”. Non esisteva perché non esistendo i motori diesel, nessuno (escluso il buon Diesel) si era mai chiesto con cosa farli camminare.

Quindi, i primi motori diesel furono concepiti avendo come combustibile degli olii vegetali, come l’olio di semi, l’olio di soia, l’olio di girasole, l’olio di semi vari, e così via. Sì, proprio così, quelli che usate in casa per friggere.

La domanda è: e i motori di oggi?
La risposta è: idem.

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Nel buio, nel silenzio

7 aprile 2005

Istanbul è una città che nasconde meraviglie. Accanto alle bellezze note e conclamate – non c’è bisogno che sia io a dirvi che Santa Sofia, la Moschea Blu o il Palazzo Topkapi sono dei posti assolutamente splendidi, che in alcuni momenti quasi ti tolgono il fiato – ci sono dei posti meno noti al grande pubblico, ma assolutamente splendidi. Uno di questi è la Yerebatan Sarnici, la Cisterna Basilica. Un luogo di buio e silenzio, un angolo di quiete necessario prima di lanciarsi nella confusione del Gran Bazaar. Il posto più bello che abbia visto durante il mio viaggio.
Ce ne sarebbe bisogno in questi giorni a Roma.

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Blu e oro

6 aprile 2005

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Istanbul. Topkapi Sarayi.

Mi scuso per il peso dell’immagine, ma comprimerla di più avrebbe fatto perdere troppa qualità.

Verso la Mecca

5 aprile 2005

Moschea Blu
Istanbul. La Moschea Blu.

Moschea Blu
Istanbul. La Moschea Blu.