Alla faccia di chi diceva che la sinistra avrebbe fatto cadere il governo

La mia unica considerazione è legata alla consecutio temporum: voi dite che è un caso che poche ore dopo le dichiarazioni dell’arcivescovo Bagnasco, il sempre simpatico Mastella decida di uscire dalla maggioranza e, con ogni probabilità, condannarci alle elezioni (con la legge elettorale che il suo stesso estensore definì una porcata) e – salvo colpi di culo che nemmeno le scorse elezioni – a un nuovo governo Berlusconi?

Una Risposta to “Alla faccia di chi diceva che la sinistra avrebbe fatto cadere il governo”

  1. mattafix Says:

    Fantapolitica (mica tanto)
    È il 15 gennaio e il Papa decide di non partecipare all’inaugurazione dell’anno accademico de “La Sapienza” a Roma. È troppo elevato il rischio di una contestazione che avrebbe inevitabilmente una enorme eco sulla stampa internazionale e che potrebbe essere la prima di una serie di contestazioni non solo italiane. Il Vaticano non può permetterselo. Soprattutto perché avverrebbe proprio in italia, proprio a Roma, la città eterna. Non ci sono dubbi la responsabilità di un clima di avversione nei confronti del Papa è tutta da attribuire al Governo Prodi. Alla sua debolezza e all’aver, senza troppe preoccupazioni, utilizzato i temi della fede all’interno dello scambio politico di coalizione. Il Vaticano decide così di togliere il proprio, seppur flebile, appoggio al Governo. Si pensa ora al modo di farlo cadere. E qui entra in scena il Ministro della Giustizia Clemente Mastella. Si sa che presso la procura di Santa Maria Capua Vetere un magistrato facilmente irascibile sta indagando sul Ministro e sulla sua famiglia senza tuttavia avere tra le mani prove particolarmente compromettenti. Con molta probabilità quel filone di indagine, su cui vi sono molti dubbi anche per la competenza territoriale, non vedrà mai luce e si risolverà in un nulla di fatto. Viene allora “proposto” al Ministro di subire un violento attacco mediatico a cui il guardasigilli dovrebbe reagire con affrettate dimissioni. È certamente un brutto colpo per il Ministro, ma se a questo conseguisse la caduta del governo ed elezioni in un arco temporale relativamente breve, magari proprio coincidente a quello necessario a scagionarlo completamente, egli si troverebbe nel mezzo della campagna elettorale con due carte da giocare non proprio secondarie: l’aver staccato la spina al governo prodi e l’essere stato oggetto di un attacco politico mirato. Un eroe e una vittima allo stesso tempo. Non male per fare propaganda. Il Cavaliere è naturalmente d’accordo, anzi, è disposto ad appoggiare l’Udeur nella prossima campagna elettorale. Mastella capisce ivantaggi e naturalmente accetta. Si dimette, abbozza qualcosa nell’orecchio di Casini prima di partire per Ceppaloni da dove controllerà la propria controffensiva mediatica tutta incentrata su valori religiosi (appoggio al santo padre) e valori familiari. Più che una difesa, un inizio di campagna elettorale. Sorge un problema, anzi due. Per prima cosa, è stato pressoché unanime dal Governo Prodi lo “sdegno” nei confronti della mancata lezione del Papa a Piazzale Aldo Moro. Poi, i politici del partito democratico presenti all’Angelus di solidarietà al pontefice sono numericamente i più consistenti. Mastella scalpita, non vuole certamente rimanere schiacciato, ma non osa pressare i vescovi. Dal Vaticano tuttavia si è deciso di non fare prigionieri nel centrosinistra, nenanche tra i cattolici del centrosinistra (per certi versi i più colpevoli). Tutti dovranno cadere insieme a Prodi. Serve pertanto ancora una mossa dirompente che per Mastella suoni come un segnale inequivocabile, un segnale di guerra. ed è così che arriviamo alle ore 16.41 del 21 gennaio 2008 quando nella sua relazione il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco attacca nuovamente e apparentemente senza motivo il Governo: “la mancata partecipazione del Papa alla Sapienza è stata suggerita dalle Autorità italiane”. Traduzione: il Governo non è stato in grado di tutelare nei fatti la voce del Papa. Mastella capisce, si presenta in conferenza stampa e annuncia la fine della maggioranza. E tutto ciò che seguirà era già stato previsto.

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